giovedì 18 dicembre 2008
Bendetto XVI si rvolge all'abasciatore del Granducato: il popolo lussemburghese abbia sempre a cuore di riaffermare la grandezza e il carattere inviolabile della vita umana.
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«Il popolo lussemburghese, in tutte le sue componenti, abbia sempre a cuore di riaffermare la grandezza e il carattere inviolabile della vita umana». È quanto ha detto questa mattina il Papa ricevendo le credenziali del nuovo ambasciatore del piccolo Paese europeo in Vaticano, Paul Duhr.
Benedetto XVI ha voluto esprimere nell'occasione la sua «forte preoccupazione in merito al testo di legge sull'eutanasia e il suicidio assistito, attualmente in discussione in Parlamento».Il Pontefice ha rilevato che tale legge è accompagnata «contraddittoriamente» da un altro provvedimento positivo relativo alle cure palliative «con il fine di rendere la sofferenza umane più sopportabile nella fase finale della malattia e favorire per il paziente un accompagnamento umano appropriato», mentre il progetto di legge sull'eutanasia «legittima concretamente la possibilità di mettere fine alla vita».«I responsabili politici, dei quali il dovere più rilevante è quello di servire il bene dell'uomo, così come lo stesso devono fare le famiglie e i medici, devono ricordarsi che 'la decisione deliberata di privare un essere umano innocente della sua vita è sempre negativa dal punto di vista morale e non può mai essere considerata lecità», ha spiegato Ratzinger citando l'enciclica Evangelium vitae.
«La domanda che sale dal cuore dell'uomo - ha aggiunto ancora il Pontefice- nel suo supremo confronto con la sofferenza e la morte» in particolar modo quando la disperazione lo porta a "desiderare di scomparire, è soprattutto una domanda di accompagnamento e un appello a una maggiore solidarietà e di sostegno nella prova». «Questo appello - ha commentato il Papa - può apparire esigente, ma è solamente degno dell'essere umano e va ad aprire verso nuove e più profonde solidarietà che in definitiva arricchiscono e fortificano i legami familiari e sociali». Dunque, «su questo cammino di solidarietà - ha spiegato - tutti gli uomini di buona volontà sono chiamati a cooperare e la Chiesa da parte sua, vuole impegnarsi risolutamente e impegnare tutte le sue risorse di attenzione e di servizio».
«Fedele alle radici cristiane e umaniste della sua nazione - ha quindi concluso il Papa rivolgendosi al nuovo ambasciatore- il popolo lussemburghese, in tutte le sue componenti, abbia sempre a cuore diriaffermare la grandezza e il carattere inviolabile della vita umana».
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